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Una nuova chance per i contribuenti italiani alle prese con debiti fiscali: la “Rottamazione Quinquies”, inserita nel Disegno di Legge AS. 1375 in discussione al Senato, allarga il raggio d’azione della pace fiscale, includendo per la prima volta in modo esplicito i tributi locali – IMU, TARI, multe stradali – accanto alle cartelle esattoriali tradizionali. Il perimetro temporale è ambizioso: copre i debiti accumulati dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. Ma c’è un caveat fondamentale: per sanare i tributi locali, serve il via libera degli enti territoriali, un elemento che introduce un’incognita significativa nell’applicazione della misura.
Come funziona la sanatoria
La Rottamazione Quinquies si presenta come un’evoluzione delle precedenti sanatorie, con un occhio di riguardo ai contribuenti morosi verso comuni, province e regioni. Riguarda sia i debiti gestiti tramite cartelle esattoriali sia quelli affidati a ingiunzioni di pagamento, strumenti spesso utilizzati dagli enti locali che si avvalgono di società terze o agenti di riscossione diversi dall’Agenzia delle Entrate. I benefici sono chiari: chi aderisce paga solo il capitale originario, le spese per procedure esecutive e quelle di notifica, mentre sanzioni, interessi di mora e interessi per ritardata iscrizione a ruolo vengono azzerati. Per chi opta per la rateizzazione, gli interessi di dilazione sono fissati al 2% annuo sul capitale, un tasso contenuto pensato per alleggerire l’onere finanziario.
Il nodo cruciale, però, è l’autonomia decisionale dei comuni. Per accedere alla sanatoria sui tributi locali, ogni ente deve approvare una delibera specifica entro i termini stabiliti, aderendo formalmente alla procedura per i debiti fino al 31 dicembre 2023. Senza questa scelta, niente sconti: i contribuenti dovranno saldare l’intero importo, inclusi sanzioni e interessi. Una discrezionalità che riflette la natura decentrata della gestione fiscale locale, ma che potrebbe generare disparità territoriali, con cittadini di alcuni comuni avvantaggiati rispetto ad altri.
Un’opportunità per i decaduti dalla Quater
La Rottamazione Quinquies non si limita a guardare avanti: offre anche una rete di salvataggio a chi è inciampato nella precedente Rottamazione Quater. Grazie all’articolo 3-bis del Decreto Milleproroghe (D.L. 202/2024, convertito in legge nel 2025), i contribuenti decaduti per mancati o tardivi pagamenti possono rientrare in gioco. La finestra per la riammissione si apre fino al 30 aprile 2025: basterà presentare domanda tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In caso di accoglimento, si potrà scegliere tra un pagamento in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025 o un piano rateale spalmato fino al 2027. Un’opzione che, però, si applica solo ai debiti già inclusi nella Quater, senza possibilità di ampliarne la portata.
Implicazioni e incertezze
Per i contribuenti, la misura rappresenta una boccata d’ossigeno, soprattutto per chi si trova a fare i conti con arretrati di lungo corso. La possibilità di azzerare sanzioni e interessi su IMU o TARI, ad esempio, potrebbe incentivare la regolarizzazione di posizioni rimaste in sospeso, alleggerendo il peso di debiti che, con il passare del tempo, diventano spesso insostenibili. Ma il successo della Rottamazione Quinquies dipenderà in gran parte dalla risposta degli enti locali. I comuni, già alle prese con bilanci sotto pressione, potrebbero esitare ad aderire, temendo di perdere introiti preziosi derivanti da sanzioni e interessi. Una scelta che, in ultima analisi, ricadrà sui cittadini, costretti a monitorare le decisioni delle amministrazioni di riferimento.
Dal punto di vista economico, la sanatoria si inserisce in un contesto di politica fiscale che cerca un equilibrio tra recupero crediti e sostenibilità per i contribuenti. L’obiettivo è duplice: da un lato, stimolare i pagamenti per rimpinguare le casse pubbliche; dall’altro, evitare che l’accumulo di debiti insoluti alimenti contenziosi o situazioni di insolvenza diffusa. Tuttavia, l’efficacia della misura resta appesa alla capacità di coordinamento tra Stato centrale ed enti locali, un aspetto che in passato ha spesso mostrato crepe.
Cosa devono fare i contribuenti
Per chi vuole approfittare della Rottamazione Quinquies, il primo passo è verificare l’adesione del proprio comune o ente locale, una volta che la legge sarà approvata. Per i debiti gestiti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, la procedura sarà più lineare, con la domanda da presentare online. Per i decaduti dalla Quater, il termine del 30 aprile 2025 è la deadline da segnare in rosso. In tutti i casi, una gestione attenta e informata sarà cruciale: la pace fiscale è un’opportunità, ma richiede tempestività e chiarezza sulle condizioni applicabili.
In un’Italia dove il fisco è spesso percepito come un labirinto, la Rottamazione Quinquies prova a tracciare una via d’uscita. Riuscirà a semplificare davvero il rapporto tra contribuenti ed erario? Molto dipenderà dalle scelte dei comuni e dalla prontezza dei cittadini a cogliere l’occasione.
fonte: Brocardi.it