Roma, Duplice Omicidio: Pista Mafia Cinese, l’Enigma di Zhang Dayong

Roma, 15 aprile 2025 – Un’esecuzione brutale, sei colpi di pistola sparati a sangue freddo, due corpi riversi sul marciapiede di via Prenestina. È la scena che si è presentata agli investigatori nella tarda serata di lunedì 14 aprile, al civico 70, nel cuore del quartiere Prenestino.
Le vittime, Gong Xiaogqing, 38 anni, e il compagno Zhang Dayong, 53 anni, sono state freddate da un killer ancora senza nome, in un agguato che porta con sé l’ombra lunga della criminalità organizzata cinese. La pista più accreditata, sebbene ancora nel campo delle ipotesi, conduce a una faida tra clan per il controllo del redditizio mercato della fast fashion, un mondo che a Prato ha già un nome: la “guerra delle grucce”.
Un Nome Già Conosciuto
Zhang Dayong non era uno sconosciuto per le forze dell’ordine. Il 53enne, residente con la compagna in un appartamento al quinto piano della palazzina teatro del delitto, aveva già incrociato il suo destino con un’inchiesta della procura di Prato.
Arrestato e successivamente scarcerato, Dayong era accusato di tentata estorsione, un reato che, secondo gli inquirenti, lo vedeva agire al servizio di un boss a capo di una delle fazioni in lotta per il dominio del mercato degli appendiabiti e della logistica della moda low-cost. La “guerra delle grucce”, come è stata ribattezzata, non è una semplice disputa commerciale: è un conflitto tra gruppi criminali cinesi che, con un giro d’affari da miliardi di euro, si contendono il controllo di un settore che si estende da Prato a Roma, fino a Francia e Spagna.
Le indagini su Zhang Dayong erano nate come costola dell’operazione “China Truck”, chiusa nel 2018 con 33 arresti e 21 indagati, che aveva scoperchiato un sistema criminale ben radicato. La fast fashion, con i suoi margini vertiginosi, è da anni terreno fertile per le mafie cinesi, che ne sfruttano ogni aspetto, dalla produzione alla distribuzione.
L’Esecuzione
Lunedì sera, poco prima delle 23, Gong Xiaogqing e Zhang Dayong stavano tornando a casa in bicicletta. Una serata come tante, interrotta da un agguato studiato nei minimi dettagli. Il killer, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe citofonato a più condomini per farsi aprire il portone della palazzina. Poi, l’attesa. Quando la coppia è arrivata, l’assassino ha aperto il fuoco: almeno sei colpi, alcuni diretti alla testa, un’esecuzione in pieno stile mafioso. Nessun oggetto personale è stato rubato, un dettaglio che rafforza l’ipotesi di un delitto mirato. Dopo il fatto, il sicario si è dileguato a piedi, senza lasciare tracce evidenti. Non una moto, come inizialmente ipotizzato, ma un’uscita silenziosa, come riferito da fonti investigative a Roma Today.
Gong Xiaogqing, a differenza del compagno, risultava incensurata. Questo elemento complica il quadro: era un obiettivo collaterale o il suo ruolo era più rilevante di quanto sembri? Gli inquirenti non escludono nulla, ma la pista del regolamento di conti tra clan resta quella più battuta.
La Faida che Attraversa l’Europa
La “guerra delle grucce”, coordinata dal procuratore capo di Prato Luca Tescaroli, ha svelato un’organizzazione criminale che non conosce confini. Solo pochi giorni fa, il 10 aprile, La Nazione riportava come le tensioni tra fazioni si fossero allargate a Francia e Spagna, seguendo le rotte della fast fashion. Un mercato che, oltre agli appendiabiti, include logistica, produzione e distribuzione, con fatturati che toccano i quattro miliardi di euro l’anno. È in questo contesto che il nome di Zhang Dayong torna a galla, come un filo rosso che collega Prato a Roma, passando per un passato di indagini e sospetti.
Le Indagini
Sul selciato di via Prenestina, gli investigatori hanno raccolto bossoli e indizi, ma il killer resta un fantasma. Le telecamere di sorveglianza della zona sono al vaglio, così come le testimonianze dei condomini, svegliati dagli spari nella notte. La Scientifica lavora senza sosta per ricostruire la dinamica, mentre la Squadra Mobile setaccia il passato di Zhang Dayong, cercando risposte in quel mondo opaco dove affari e crimine si intrecciano.
Per ora, Roma trattiene il fiato. Il duplice omicidio di via Prenestina non è solo un fatto di sangue: è un segnale, un messaggio scritto con il piombo. E mentre il killer è ancora a piede libero, una domanda resta sospesa: chi sarà il prossimo?
fonte: virgilio.it/notizie
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